Book nook

Letteralmente libro d’angolo, da cantuccio (nook), per la posizione che gli è riservata sulla mensola di una libreria o simile e per il suo essere angolato, scavato, un libro aperto in senso letterale (si legga pure incavato). Un volume decorativo, un oggetto d’arte ma non qualcosa di statico, non un semplice pezzo da esposizione. Nel novero dei libri d’artista si può forse considerare anche questo genere di opere, estremamente minuziose, alquanto difficili da comporre. Un libro “a rilievo” ben diverso dal libro animato con disegni ripiegati che si aprono sulle tre dimensioni, girando pagina. Qui si tratta di una vera e propria scena che occupa il taglio del libro, munita di congegni luminosi e piccoli dispositivi funzionali alla diffusione di suoni, articolata in pavimenti e travature, in stanze e voliere o altri ambienti d’invenzione.

Il libro diviene così uno scrigno all’incrocio fra arte, gioco e scoperta. Una forma di scrittura-architettura che combina spazio fisico e inventiva. Una rappresentazione plastica del meccanismo immaginifico legato alla lettura. Si riproducono infatti i grandi capolavori letterari, si raffigurano gli archetipi della mente, oppure vengono ideate eccentriche mescolanze fra questi ingredienti.

Ascrivibile alla categoria del diorama, διόραμα (πανόραμα), parola di origine greca, coniata da Louis Daguerre nel 1822, che alla lettera significa “guardare attraverso” e che rimanda alla prospettiva panoramica. In quanto padre del dagherrotipo, oltre che pittore e fisico, l’inventore di questo termine ci indica una precisa relazione con la fotografia. Rispetto a tale mezzo, così come per il disegno o un testo scritto, siamo tuttavia di fronte a un’esperienza che coinvolge più livelli. Strettamente legati all’ambito museale, in particolare per la storia naturale, il carattere coinvolgente dei diorami è una sorta di arte immersiva contemporanea. Fra i primi e più noti creatori italiani si ricorda Paolo Savi, geologo e ornitologo, che lavorò a diversi modelli per finalità didattiche e scientifiche. Le sue opere si possono ammirare al Museo di Storia Naturale e del Territorio di Calci, nei locali della stupenda Certosa monumentale, in provincia di Pisa.

Per inciso, si segnala che ad oggi le riproduzioni dioramiche rappresentano i soggetti più diversi, dando vita a scenografie estremamente realistiche e duttili.

Nel caso specifico del book nook siamo in presenza di una copia su scala, di una elaborata miniatura che intende evocare il fiabesco, chiamato a una fragile apparizione entro i limiti dimensionali di un tomo a stampa. Qualcuno li ha ribattezzati finestre aperte su altri mondi, a ribadire l’essenza della struttura concreta proiettata verso un’astrazione, un’idea di luogo nonluogo. Tale realizzazione è interamente affidata alla cura del costruttore-lettore, qui nei panni di giardiniere, progettista, narratore e, stando a chi se ne intende, non è una cosa tanto semplice in cui cimentarsi. Sapendo di affrontare un esercizio che contempla pazienza e delicatezza, vicino alle pratiche di modellismo, al confine fra tecnica e ritualità, l’impegno sarà la condizione necessaria al fiorire dell’arte.

Altri collegamenti:

Principali tipi di diorama

I diorami nei musei di storia naturale

Book Nook World // A Midsummer night’s dream

Book Nook – Figure d’Art

Esempio di kit per un Book nook
Claudia Ciardi
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Claudia Ciardi

Laureata in lettere antiche, fondatrice e autrice del blog «Margini in/versi». Osanno il Kaddish di Allen Ginsberg. Cuore greco-berlinese, il vento mi convertì alla letteratura. I miei libri: https://margininversi.blogspot.com/p/i-miei-libri.html Vissi d'arte: https://margininversi.blogspot.com/p/vissi-darte.html I am indexed on “edcat,” the database of artist publications: https://edcat.net/person/claudia-ciardi/ ------------A pocket literary biography------------ Claudia Ciardi was born in Pisa on 6 October 1981. Her education fluctuates and borders on ancient literature, German studies and the economics of cultural heritage. In life she is dedicated to editorial consultancy and is a photography assistant. The comparison between images and words, the exploration of contacts between verbal and figurative forms, up to self-taught painting have inspired several of her most recent collaborations. She mostly ignores Renaissance epilogues, remaining a Greek-Gothic. What Cristina Campo expressed, that translating is writing, is true in her. And writing is writing like “a rose is a rose is a rose”.

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