Arnold Böcklin, Euterpe, 1872
Hessisches Landesmuseum, Darmstadt
La Grecia è il mio oriente. L’oriente come dimensione dell’anima, che è ἄνεμος [ánemos , soffio, vento, passione].. Una patria letteraria, utopica e tuttavia, se si vuole parli davvero a chi la contempla o l’attraversa, proprio nella sua forza immaginativa, è chiamata ancor più a confrontarsi con le sue radici reali.
Mentre la nostra cultura al di qua del mondo spesso tende a guardare l’altra riva sotto l’influsso di luoghi comuni, selezionando aspetti addomesticati e funzionali a confermarne sostanzialmente la propria estraneità. Insomma all’occidente, quindi a una cospicua parte della cosiddetta nostra intellighenzia, piace solo quel che la rassicura e rinsalda nelle sue posizioni.
Che questa lettura delle culture orientali sia parte integrante della storia del nostro pensiero è un fatto. Ed ha pure il suo bello e ha espresso un potere creativo che merita di essere ulteriormente esplorato. Si vedano i tanti volti assunti dall’orientalismo in Germania fra Ottocento e Novecento. E ancora, la questione orientale sempre accesa e fluttuante nella politica dell’impero asburgico, tra assimilazione delle culture est europee e penetrazione balcanica, in una catabasi-anabasi fino alle porte greche e ottomane.
Il rischio è tuttavia scambiare la storia del pensiero con le forme e i contenuti reali, perdendo di vista le vere implicazioni di un incontro basato su aspetti che non si ammantino di abbellimenti strumentali o travisamenti.
La mia traduzione di Konstantinos Kavafis simbolicamente ha inteso ripercorrere queste tracce. Perché la Grecia moderna è reale, col suo portato di cultura e di storia che affonda sì nella classicità ma che trae il proprio respiro anche da molte altre presenze. Aggiungo che la Grecia antica e moderna bisogna farsele spiegare dai Greci.
Nell’occasione del recente anniversario di questo autore, la cui vita incrocia per l’appunto diverse patrie orientali, ricordo alcuni degli ultimi contributi dedicati al mio studio. Sofia Cacchi («Pangea. Rivista avventuriera di cultura & idee»), Annarita Celentano («Mangialibri»), Laura Vargiu («Zona di disagio» e «Il ponte delle parole»).
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