Circa dal gennaio 2014 ho iniziato a disegnare montagne. Per la maggioranza schizzi ma pure rese più elaborate che talora sviluppano l’idea tracciata in velocità su carta durante alcune escursioni. La serie dei cosiddetti “Taccuini giapponesi” è il frutto di questa avventura dell’immaginazione.
Dalla serie “La pietra e il sogno”, inaugurata con “La danza delle montagne”, sui Monti Pisani e l’area golenale dell’Arno (estate 2018 e inverno 2019), a memoria dell’incendio che ha devastato il Monte Serra; 700 persone evacuate tra Calci e Vicopisano nelle ore dell’emergenza e 600 ettari di bosco andati distrutti.
Il secondo ciclo dal titolo “Un passaggio di nuvole e di ombre” raccoglie alcune impressioni in Alta Val di Susa e nel ponente ligure (primavera-estate 2019). Dalla quiete enigmatica e siderale della cime alpine innevate in primavera, quando chiudono gli impianti, alla fierezza della natura non toccata dal turismo estivo. Trovando ispirazione nelle atmosfere di alcune carte inchiostrate da Victor Hugo, oltre che nel panteismo in versi di Konstantinos Kavafis e di Marina Cvetaeva, con un estratto dal “Poema della montagna”.
Prove a matita e inchiostri fra Sestriere, Monginevro e Alta Provenza. E ancora, i giochi di luce sulle montagne intorno a Ormea, in riva al Tanaro, ascoltando il respiro dei Sacri Montes.
Si arriva all’improvviso accanto a certe piante, capita di sfiorarle cosicché si fanno conoscere all’aroma prima ancora che all’aspetto: Sacri Montes (II)
La storica rivista «Atti e rassegna tecnica» (Società degli ingegneri e architetti di Torino), un osservatorio di riferimento sul territorio piemontese per la scienza delle costruzioni e l’architettura ma anche uno spazio per raccontare e tenere viva la memoria di grandi figure che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo della ricerca nell’ambito del Politecnico. Su tutti Vera Comoli, pioniera dell’architettura popolare, e Roberto Gabetti, il più internazionale degli architetti della scuola torinese e non a caso anche il più radicato in Piemonte. Dal 1868 questa longeva pubblicazione accompagna il dibattito culturale, registrandone mutamenti e correnti innovatrici. Un ampio sguardo è riservato al panorama dei convegni e delle mostre fotografiche a questi collegate, nell’intento di fornire un’informazione completa delle iniziative messe in campo per favorire la divulgazione scientifica. Il fascicolo LXXIII, n. 1 (aprile 2019) dedica una sezione agli eventi che hanno accompagnato il bicentenario della nascita dell’architetto Giovanni Battista Schellino.
Ventus taedium fugat – motto e logotipo della casa editrice Via del Vento
==Il vento delle tradizioni letterarie==
La casa editrice Via del Vento, che è anche una Associazione Culturale, ha inaugurato le sue attività nel 1991, sotto gli auspici del motto latino “Ventus taedium fugat”, “Il vento disperde la noia”. Nasce dall’idea di valorizzare il patrimonio artistico e letterario sedimentato in una storica via pistoiese, spazio dei progetti di pubblicazione diretti da Fabrizio Zollo.
Questa strada, in passato e sino alla fine del XIX secolo, si chiamava Via del Vento, perché tradizione vuole che vi soffiasse sempre il vento, anche quando non ve ne era traccia nel resto della città. Dominata dalla Basilica della Madonna dell’Umiltà, la cui realizzazione fu iniziata nel 1495 dall’intagliatore e architetto pistoiese Ventura Vitoni, in suo onore la via è stata in seguito ribattezzata, anche se nell’immaginario cittadino ha continuato a esser nota come Via del Vento. Alla morte del Vitoni i lavori vennero ultimati da Giorgio Vasari. Proprio questa architettura è stata scelta come simbolo delle attività di Via del Vento edizioni. Secondo il poeta Piero Bigongiari la cupola dell’Umiltà sarebbe stata in grado di intercettare i venti della montagna pistoiese, per convogliarli giù, lungo la strada.
Tra gli scrittori che qui hanno abitato o sono stati di passaggio si ricordano la scrittrice Gianna Manzini (Pistoia, 1896 – Roma, 1974), Alighiero Ciattini, proprietario di una tipografia che aveva sede proprio qui e dove si stampavano scritti anarchici e riviste letterarie e socio-politiche, tra i cui collaboratori figura il padre della stessa Manzini, e poi ancora il già citato Piero Bigongiari, (Navacchio, (Pisa), 1914 – Firenze, 1997) e lo scrittore Sergio Civinini, (Pistoia, 1929 – Roma, 1987).
==Collane==
Le principali collane di Via del Vento sono quattro, due di prosa, una di poesia straniera, una dedicata a letterati e artisti pistoiesi:
* I quaderni di Via del Vento: collana di prosa, italiana e straniera, in cui vengono presentati scritti di artisti e letterati che, analizzando il loro tempo e le sue espressioni culturali, ne ricavano la materia per una critica storica.
* Ocra gialla: collana quadrimestrale di prosa che propone autori italiani e stranieri, di cui si presentano opere in anteprima nazionale, inedite, tradotte per la prima volta o ritradotte in occasione di una rinnovata edizione critica dello scrittore scelto.
* Acquamarina: collana in cui viene presentata una selezione di poesie tratte dalle principali raccolte di poeti stranieri.
* Le Streghe: collana che propone al pubblico le opere di letterati ed artisti pistoiesi.
Le prime due collane sono state inaugurate con testi di Piero Bigongiari e Gianna Manzini.
Di seguito una serie di rimandi per chi volesse approfondire la storia di questa casa editrice:
* Si veda quindi la sintesi di Fabrizio Zollo, “La culla letteraria di Via del Vento” pubblicata in “Sergio Civinini: scrittore e giornalista”, a cura di Giovanni Capecchi, Le Lettere, 2011, pp. 147-150.
* Una scheda bio-bibliografica sulla formazione e l’attività artistica ed editoriale di Fabrizio Zollo si trova inoltre in “Pistoia al cinema. Film, luoghi e personaggi”, a cura di Fabrizio Borghini e Chiara Sacchetti, «Quaderni di Microstoria», Nuova Toscana Editrice, 2007, p. 287; sulla Fortezza Santa Barbara, luogo dell’infanzia di Fabrizio Zollo, una sua testimonianza raccolta da Giulia Gonfiantini nell’articolo “Fortezza Santa Barbara: tra storia e natura. Quest’anno hanno nidificato gli aironi”, su «La Nazione», 17 giugno 2013; per una biografia letteraria di Fabrizio Zollo si veda anche la plaquette A spasso con Orfeo, Gattili edizioni, collana editori-autori, n. 11, novembre 2008.
* In particolare, sull’opera grafica di Fabrizio Zollo che in larga parte ha influenzato le attività della casa editrice si veda il volume “Disegni, 1978-2017”, autopubblicazione sotto l’insegna “Fortezza Cunas Infantis”, 2016/2017; vi si può leggere anche il mio contributo “Una matita mossa dal vento”, ricordo personale e omaggio a Pistoia (parte I;parte II).
* Per quanto riguarda il progetto e la linea della casa editrice si legga il pezzo di Davide Fiesoli, “Piccoli libri e grandi autori. Così Fabrizio Zollo ha vinto la sfida con internet”, «Il Tirreno», 25 febbraio 2012, p. 21; e ancora, Mirella Appiotti, “Via del Vento, assaggi di classici”, «La Stampa», 9 giugno 2012; Paola Taddeucci sulla piccola editoria in Toscana, “La nicchia reagisce meglio dei colossi”, «Il Tirreno», 29 gennaio 2015; Fabio Giaretta, “Il segno di Zollo è in Via del Vento”, «Il Giornale di Vicenza», 29 giugno 2019; Paola Taddeucci, “Via del Vento da trenta anni ci offre i rari inediti dei grandi del Novecento”, «Il Tirreno», rubrica “Cultura e spettacoli/Eccellenze toscane”, 21 gennaio 2021, p. 16; Andrea Capecchi, “Trent’anni di piccoli libri per una grande letteratura”, «ReportCult», 24 febbraio 2021; Giulia Gonfiantini, “Le pagine di Via del Vento”, «Corriere fiorentino», inserto del «Corriere della sera», 25 febbraio 2021.
* Per altre notizie sulle attività di Via del Vento e per avere una panoramica dell’editoria pistoiese si può consultare l’articolo “Naufragio a occhi aperti. Impressioni sull’editoria pistoiese contemporanea”, di Lorenzo Maffucci, pubblicato su «Il Tremisse», numero 94, settembre-dicembre 2007, pp. 41-44; sulla storia e le pubblicazioni di Via del Vento si veda anche il contributo di Enzo Cabella, “Via del Vento. Una casa editrice piccola ma di qualità”, su «VIinforma», rivista culturale della Banca di credito cooperativo di San Pietro in Vincio, gennaio-marzo 2013, pp. 16-19; nell’ambito delle iniziative culturali per Pistoia capitale italiana della cultura (2017) “Pistoia State of Mind” su «Naturart», n. 23, ottobre 2016, p. 21; in generale sulle attività editoriali pistoiesi, storiche ed emergenti, si legga il quaderno numero 171-172 di «Erba d’Arno» (2023), rivista diretta da Aldemaro Toni e sostenuta dalla CR Firenze, in particolare la sezione “Novità e segnalazioni – Editoria pistoiese”, pp.132-133.
* Un percorso sulle memorie letterarie di Via del Vento si trova nel volume Pistoia in parole. Passeggiate con gli scrittori in città e dintorni, a cura di Alba Andreini, introduzione di Roberto Carifi, Edizioni ETS, 2012, segnatamente pp. 44-49.
* Per assaporare a pieno le atmosfere pistoiesi e cogliere in profondità la storia in cui si inserisce Via del Vento è consigliata la lettura dei seguenti volumetti: Gianna Manzini, Cielo di Pistoia, collana Le Streghe, volume n. 3, 2006; Piero Bigongiari, Favola, collana Le Streghe, volume n. 6, 2007; Piero Bigongiari, L’occhio del vento, collana Ocra gialla, volume n. 63, 2014.
* La lunga amicizia tra Fabrizio Zollo e il pittore Aldo Frosini, centrale anche nel compiersi dei progetti di Via del Vento, è illuminata dal volumetto Aldo Frosini. Appunti sull’uomo e l’artista, collana Le Streghe, numero 1, 2006; da leggere pure un articolo a firma di Fabrizio Zollo per l’acquisizione di sedici opere del Frosini da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in «Società & Territorio», gennaio-aprile 2015, pp. 8-10 (parte I; parte II); l’altrettanto importante sodalizio con Valerio Gelli è testimoniato in Valerio Gelli. L’uomo e l’artista, collana Le Streghe, numero 12, 2010.
Su «Robinson», inserto letterario di «La Repubblica», in una pagina interamente dedicata a Gianna Manzini si parla in apertura del volumetto Cielo di Pistoia, Via del Vento edizioni, 2006: Paolo Di Paolo, “Gianna Manzini, la nostra Virginia Woolf”, 16 gennaio 2021, p. 21.